Linosa - Guida Turistica

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.: LINOSA
 Linosa è una delle isole Pelagie (5,43 km2, circa 420 ab.) 42 km a NE di Lampedusa, assieme alla quale costituisce un comune (5.626 ab.) della provincia di Agrigento.
 L’isola è citata dal greco Strabone e poi da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia come Aethusa e Algusa. Il nome Lenusa appare nel XVI secolo ad opera del domenicano Tommaso Fazzello. Il nome Linosa invece nasce nel 1845 usato dal cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente.
 Linosa ha un’estensione di 5,4 km2, ed è situata al centro del mar Mediterraneo a 160 km a sud della Sicilia e 160 km a est della Tunisia.
 A differenza di Lampedusa e Lampione che fanno parte della placca continentale africana (e derivano da una frattura del continente stesso) Linosa è di origine vulcanica e il suo edificio si erge a partire da millecinquecento metri di profondità. Infatti al contrario di Lampedusa e Lampione i fondali di Linosa sprofondano rapidamente.
 I crateri vulcanici sono tuttora ben evidenti: al centro dell’isola, basso e ampio (600 metri di diametro), si estende il cratere principale, la Fossa del Cappellano, fittamente coltivato. A coronarlo altri tre coni: monte Vulcano (195 m), monte Rosso (186 m), monte Nero (107 m); più un piccolo Craterino di 50 m alle pendici di quest’ultimo. L’attività eruttiva dall’ultimo cratere (il più piccolo) è terminata circa 2500 anni fa. Attualmente l’isola è profondamente quiescente.
 Data la mancanza totale di sorgenti d’acqua e la distanza dalla terra ferma è facile intuire che l’insediamento nell’isola sia abbastanza recente. Tuttavia, nell’antichità essa fu rifugio per coloro che solcavano il Mare Nostrum: è certo che i Romani la utilizzarono durante le Guerre Puniche come base, e le loro vestigia rimangono nelle moltissime cisterne costruite per raccogliere l’acqua piovana; inoltre, il mare circostante è pieno di relitti di navi (quantomeno del loro contenuto) che nel corso dei secoli vi hanno fatto naufragio. Nel 1555 le flotta di Carlo V di ritorno dalla vittoria di Tunisia contro gli Arabi fu sorpresa da una forte tempesta e alcune navi si sfracellarono sugli scogli di Linosa.
 Nel 1630 Carlo II di Spagna concesse alla famiglia dei Tomasi il titolo di Principe di Lampedusa (e dunque il dominio su Linosa). Nel 1776 uno dei Principi Tomasi consigliò al Re di Napoli di vendere le isole agli Inglesi, che si mostravano molto interessati al loro valore strategico, ma il Re non lo concesse e le comprò lui stesso dal Principe.
 Nel 1843 Federico II di Borbone, Re delle Due Sicilie, diede incarico al cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente, capitano di fregata, di colonizzare le isole. Ciò avvene il 22 settembre 1843 a Lampedusa. Per Linosa si attenderà il 25 aprile 1845, quando trenta persone (un deputato sindaco, un prete e un medico), sbarcarono sull’isola. I coloni erano stati reclutati con bando pubblico e avrebbero beneficiato di una paga di tre Tarì al giorno e dell’uso gratuito di 80 salme di terra linosana (240 ettari circa).
 L’economia linosana è basata su turismo, pesca ed agricoltura. Anche se non mancano piccoli esercizi commerciali ed artigianali, nonché lavori pubblici (amministrazione delegazione comunale, centrale elettrica, dissalatore).
 Non esistono veri hotel sull’isola, ma esistono numerosissimi appartamenti o bungalow da affittare. Nella stagione turistica sono numerosi i bar, i ristoranti e le pizzerie aperte.
 È praticata la coltivazione dei capperi e delle tipiche lenticchie (molto piccole rispetto alle continentali), della vite, di altri legumi. Molto ampia è la produzione di fichi, ovvero sia i frutti del Ficus carica sia quelli del fico d’India. Tuttavia quasi ogni produzione agricola è destinata esclusivamente al consumo interno.
 Attualmente Linosa dispone di tre moli (in modo che, teoricamente, almeno uno sia sempre agibile in caso di forte vento) ed è collegata giornalmente a Lampedusa e Porto Empedocle da un nave traghetto e da aliscafi. Tuttavia ancora le condizioni del tempo sono altamente influenzanti i trasporti che durante la brutta stagione non assicurano i collegamenti.
 In caso di necessità l’isola dispone di un eliporto.
 L’aeroporto di Lampedusa è sicuramente l’infrastruttura più importante per il turismo e la mobilità dei linosani, ma soprattutto dei turisti di tutto il mondo.